lunedì 21 luglio 2014

Il Tempio di Poseidone a Taranto

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http://vagamondoblog.files.wordpress.com/2014/01/5412042466_62f3b5de5e.jpgIl Tempio di Poseidone (o Tempio Dorico) di Taranto, è il tempio più antico della Magna Grecia ed è l'unico luogo di culto greco ancora visitabile nel Borgo Antico. I ruderi del tempio, situati in piazza Castello, erano inglobati nella Chiesa della SS. Trinità, nel cortile dell'Oratorio dei Trinitari, nella Casa Mastronuzzi e nel Convento dei Celestini. Nel 1700 erano ancora visibili dieci spezzoni di colonne, ma furono rimossi e andarono dispersi durante il rifacimento del convento nel 1729. Verso la fine dell'Ottocento, l'archeologo Luigi Viola ne studiò i resti ed attribuì il tempio al culto di Poseidone, ma esso è più probabilmente da mettere in relazione con le divinità femminili di Artemide, Persefone o Hera. Altri reperti andarono dispersi con la successiva demolizione del convento nel 1926 e della vicina chiesa nel 1973. 
http://www.vengodalsud.it/wp-content/uploads/2012/10/colonne1.jpgLe 2 colonne di ordine dorico rimaste a testimonianza dell'antico tempio magno-greco, più una base con 3 tamburi o rocchi, furono realizzate in carparo locale ricavato dalla stessa acropoli, e rappresentano il lato lungo della "peristasis" del tempio, i cui resti sono stati individuati nel chiostro e nelle cantine del Monastero di San Michele, che fa da sfondo ai ruderi al fianco di Palazzo di Città. Sono alte ciascuna 8,47 metri, con un diametro di 2,05 metri e un interasse di 3,72 metri: dall'osservazione dell'area della "peristasis" e dal calcolo del rapporto tra la sua ampiezza e l'interasse, si suppone che il tempio avesse il fronte rivolto verso il canale navigabile, e che fosse costituito da 6 colonne sui lati corti e da 13 sui lati lunghi. Inoltre, sia il profilo del capitello che i "rocchi", molto bassi e sovrapposti senza un perno centrale, fanno risalire i manufatti agli inizi del V secolo a.C.
Tuttavia, la presenza di una piccola fossa vicino alle colonne, nonché le tracce presenti ai bordi della stessa, fanno pensare all'esistenza di una pavimentazione e di un'alzata in legno appartenenti ad un primo edificio di culto, in mattoni crudi e materiale deperibile, costruito alla fine dell'VIII secolo a.C. dai primi coloni spartani. L'area sacra sarebbe stata abbandonata definitivamente alla fine del III secolo a.C., quando la città fu conquistata dai Romani, per poi ritornare ad essere utilizzata nel VI secolo con silos, granai, quando la popolazione si ritirò nella penisola per motivi difensivi. Nel X secolo i resti del tempio avrebbero ospitato un luogo di culto cristiano, mentre dal XIV secolo una parte dell'area fu utilizzata per attività produttive con vasche di decantazione dell'argilla e piccole fornaci.

Come era fatto?
Attualmente, del Tempio di Poseidone rimangono due colonne e la base di una terza, ma da una serie di calcoli è emerso che sul lato lungo dovevano essercene almeno 13. La mancanze di tracce relative al lato corto del tempio rendono difficile precisarne le dimensioni, ma probabilmente era costituito da 6 colonne.
http://www.tarantomagna.it/wp-content/uploads/2013/10/ricostruzione-tempio-taranto-300x222.jpgAvanti alle colonne rinvenute doveva essercene almeno un’altra con un diametro più largo: le colonne situate agli angoli, infatti, venivano rese più robuste per conferire maggiore staticità alla struttura.
Ordine dorico, ionico e corinzio. I tre ordini dell’architettura greca restano impressi nella memoria degli studenti anche a molti anni dalla scuola dell’obbligo. Le due colonne di Taranto appartengono all’ordine dorico, il più essenziale dei tre, tanto per intenderci. Sono alte più di 8 metri e il materiale usato per costruirle è il carparo.
La scanalatura delle colonne aveva una precisa funzione: su di essa incideva la luce del sole, variabile nel corso del giorno, e questo creava dei piacevoli toni chiaroscurali che donavano all’edificio maggiore risalto.
L’ingresso del Tempio di Poseidone  si affacciava sicuramente sul canale navigabile perché quasi tutti i templi greci avevano il fronte rivolto ad oriente.

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